Sulla carta, l’offerta di Dazn (sostenuta da Tim) per acquisire i diritti televisivi e trasmettere il campionato di Serie A per il triennio 2021-2024 è la più economicamente vantaggiosa rispetto alla proposta di Sky. Sono necessari 14 voti su 20 perché l’asta si concluda con un passaggio da una parte e dall’assemblea della Lega non è ancora stata sorteggiata la maggioranza qualificata. Anche nell’ultima votazione, i club hanno dimostrato di essere divisi e la partecipazione del consenso si è fermata alle 11.
La situazione era bloccata, il 29 marzo è l’ultima data utile (secondo la scadenza) per prendere una decisione: rivoluzionare la trasmissione dello spettacolo di calcio trasmettendo il segnale interamente in streaming e cambiare così le abitudini degli utenti / telespettatori, oppure accettare importo inferiore, ma lascia tutto così com’è. La partita che si sta giocando non è solo economica e per la prima volta i due progetti non sono complementari: l’app inglese infatti è arrivata al punto di mettere sul piatto 840 milioni di euro per una trasmissione esclusiva di 7 partite al giorno e condividere il i restanti 3 in linea (che potrebbero portare altri 70 milioni alla cassa delle società); La rete satellitare, anche grazie ai rapporti di fidelizzazione con società e utenti, ha offerto 750 milioni di PLN per tutte le partite esclusive e la possibilità di creare un proprio canale streaming da parte della Lega.
Due strade che abbracciano anche un diverso modello di business e vedono la Pay TV impegnata in una battaglia fondamentale e difendere le proprie prospettive: perdere o addirittura avere un ruolo inesistente nella trasmissione di Serie A dopo anni è uno shock troppo forte da sopportare e comporterebbe vittime .che andrebbe ad aggiungersi all’attuale divisione dei diritti alla Champions League per i prossimi 3 anni con Mediaset e Amazon.
Pertanto, nei giorni scorsi, vista la possibilità che l’asta si concluda con un nulla, si è dichiarata pronta a riformulare l’offerta, qualcosa come un “ piano di salvataggio ”: conferma l’impegno ai diritti tv per il 2021-2024 e con tutti altre condizioni l’offerta di trasmettere le partite dei prossimi campionati. Ci sono ancora due aspetti che hanno aggrovigliato la matassa.
La prima è l’obiezione: infatti, dietro la riluttanza delle aziende che hanno rifiutato il consenso, c’è anche una motivazione tecnica e tecnologica che riguarda un’efficace copertura di rete per garantire la qualità e la ricezione del segnale su Internet. Dazn (supportato da Tim) ha fornito molte assicurazioni al riguardo, ma queste non sono state sufficienti per superare tutti i guai.
Il secondo è incentrato sul progetto del fondo di private equity di cui il presidente della Lega, Paolo Dal Pino, è sponsor dell’operazione. Cosa significherebbe? Costituzione di una società di media dove i fondi investiranno 1,7 miliardi di euro per il 10% delle azioni. Un argomento che sarebbe sotto il controllo della Serie A ma non mal visto dai club più forti del campionato. Perché? Vogliono le mani libere dal punto di vista della Super League e non essere attaccati a qualcosa che li terrebbe effettivamente bloccati in un orizzonte economico limitato.
Cosa succederà il 29 marzo? È difficile dire come stanno le cose. Una cosa è certa: non c’è più tempo. Ma nelle ultime ore è emersa una soluzione. Accettando l’offerta della TV satellitare per il “pacchetto B”, ovvero 70 milioni, avremo 3 giochi esclusivi. Per non perdere un partner con cui dura da quasi 20 anni un rapporto consolidato. Anche in relazione all’annuncio per il prossimo triennio.