Rugby, la Liguria elegge Enrico Mantovani: “Dialogo col calcio, c’è da imparare”

Rugby, la Liguria elegge Enrico Mantovani: “Dialogo col calcio, c’è da imparare”

L’ex presidente della Sampdoria eletto alla guida del Comitato Ligure di rugby, ma non conterà solo in regione: “Convinto da Innocenti. Il mondo del pallone può insegnarci molto. E anche le due Nazionali femminili possono collaborare”

L’ex presidente della Sampdoria eletto alla guida del Comitato Ligure di rugby, ma non conterà solo in regione: “Convinto da Innocenti. Il mondo del pallone può insegnarci molto. E anche le due Nazionali femminili possono collaborare”

Enrico Mantovani, presidente della Sampdoria dal 1993 al 2000, figlio di Paolo, l’uomo che ha fatto la storia della Samp portandola allo scudetto, è stato eletto all’unanimità presidente del Comitato Liguria Rugby. L’elezione unanime fa già notizia, per il comitato ligure, da sempre piccolo e diviso. “Siamo un paese feudale e il rugby in Liguria è sempre diverso”, scherza l’imprenditore 58enne. “Vediamo se riusciamo a sfruttare questa caparbietà per raggiungere obiettivi comuni”. Ovale mondiale supererà di gran lunga i pochi club riuniti tra Ventimiglia e La Spezia, figli della tradizione eppure gloriosa – ricordiamo che Marco Bollesan, incarnazione del rugby in Italia per decenni, è stato genovese – e comunque vivace perché non ci sono giocatori liguri nella fuga principale, da Tommaso Castello capitano di la Zebra a Pierre Bruno, esterno emergente della Juventus, passando per Luca Zini (Petrarca) e Gabriele Leveratto (Seven).

Promessa infranta

Promessa infranta

Ma cosa c’entra Mantovani con il rugby? Ha molto a che fare con questo. Si innamora del gioco in un collegio in Svizzera all’età di 15 anni. Per molti anni non ha più potuto suonare, ma dieci anni fa è tornato a suonare con il “Vecchio” del Cus Genova, i Cavalieri di San Giorgio. “Volevo essere uno dei 15 in campo o uno dei 40 che si sono allenati la sera, niente di più – dice subito dopo le elezioni -. Mi sono ripromesso di evitare qualsiasi ruolo amministrativo. Per dieci anni l’ho fatto, all’Undicesima sono io. La notizia dell’elezione di Marzio Innocenti a nuovo presidente federale mi ha portato a questa elezione “.

“Impariamo dal pallone”

A parte le questioni liguri, cosa può dare Enrico Mantovani al rugby italiano? Lo scopriremo in tempo. Tuttavia, ci sono almeno alcune aree in cui può aiutare enormemente. Innocenti, appassionato tifoso del Milan, vorrebbe rafforzare i rapporti con il mondo del calcio. Da circa quindici anni, da quando l’Italia del rugby ha cominciato a riempire prima il Flaminio e poi l’Olimpico, c’è stato qualche contrasto tra i due sport: da un lato i valori, dall’altro la corruzione, si scontrano allo stadio, poco rispetto per gli avversari e per l’arbitro. Vista distorta. “Se non riesco ad aprire questo dialogo …” spiega Mantovani. Con la mia famiglia vivo il calcio da 30 anni, mia sorella Ludovica è presidente della divisione femminile della FIGC. Il calcio è sempre stato il primo sport italiano e non può essere contrastato e dal calcio abbiamo tutto da imparare, in termini di struttura e organizzazione. D’altronde credo che i valori del rugby siano speciali perché ti insegna cose belle utili nella vita. Mescolando i due, può apparire un cocktail perfetto. Ho già avvertito mia sorella, credo che l’Italia del calcio femminile e l’Italia del rugby possano fare cose importanti insieme. “

Superleghe

Poi c’è l’aspetto della creazione e della gestione di club di alto livello. Innocenti ha parlato di trasformare il campionato italiano in una “super lega”, poche settimane prima che il mandato diventasse l’argomento di tendenza sui social media per la nota storia, che ha coinvolto anche Milan, Inter e Juve. “Il super-campionato che Innocenti ha in mente ha lo scopo opposto a quello che pensavano le grandi società calcistiche europee: il rugby da un lato cresce e un progetto che spezza la palla dall’altro”.